Un pensiero per l’Avvento (3)

La voce del messaggero era arrivata insieme a un colpo d’aria. Mi ero
alzata per chiudere le imposte e appena in piedi sono stata coperta da un
vento, da una polvere celeste, da chiudere gli occhi. Il vento di marzo in
Galilea viene da nord, dai monti del Libano e dal Golan. Porta bel tempo,
fa sbattere le porte e gonfia la stuoia degli ingressi, che sembra incinta. In
braccio a quel vento la voce e la figura di un uomo stavano davanti a me.
Nella nostra storia sacra gli angeli hanno un normale corpo umano, non li
distingui. Si sa che sono loro quando se ne vanno. Lasciano un dono e pure
una mancanza. Neanche Abramo li ha riconosciuti alle querce di Mamre, li
ha presi per viandanti. Lasciano parole che sono semi, trasformano un
corpo di donna in zolla di terra.

Da “In nome della madre” di Erri De Luca

Lascia un commento