Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci
Aprire gli occhi sul male
Nel Vangelo vediamo Giuseppe costretto a fuggire dalla strage minacciata da Erode. Da chi dobbiamo fuggire noi oggi? Il nuovo Erode non ha il volto di una persona, non compie stragi, non minaccia devastazioni, né è facile trovare un Egitto in cui fuggire. Certamente, come l’antico Erode, il nuovo Erode cerca il potere. Ma ha imparato a non perseguirlo in maniera grossolana e scoperta. Non cerca più di costringere gli individui: piuttosto li accoglie, attirandoli a sé, facendo in modo che siano essi stessi a gettarsi nelle sue braccia. Perciò promette successo, autorealizzazione, il piacere immediato, perfino aiuti alla famiglia. Il nuovo Erode non è l’economia, non è la pubblicità, non è la politica, non si identifica con le nuove tecnologie; ma se ne serve per sostituire la gratuità delle relazioni con il vincolo finanziario delle prestazioni. Il vecchio Erode era turbato dalla prospettiva che un altro potesse prendere il suo posto; il nuovo Erode, senza volto, senza sentimenti, ma astuto manipolatore dei sentimenti, teme che le persone possano trovare il loro posto. Che vivano relazioni durevoli, che siano capaci anche di soffrire. Perché allora sarebbero persone, non numeri fluttuanti, conteggiabili, sfruttabili.
Verso la pienezza dell’amore
Non serve combattere il nuovo Erode: egli ha imparato ad usare scudi umani, a rendersi plausibile nascondendosi dietro i bisogni delle persone, dietro la sofferenza di chi non può formare una famiglia, dietro la fragilità dei legami affettivi, dietro la fragilità delle persone. Ma tutto questo viene meno di fronte alla carità: la famiglia credente può accogliere e amare senza barriere ogni persona, anche nella sua fragilità. Possiamo difenderci dal nuovo Erode creando oasi di vera gratuità, di accoglienza reciproca, di carità viva, realizzata nella carne.
Perciò la semplice custodia dei propri cari, la semplice vita quotidiana di dialogo e di relazione, la semplice gioia di volersi bene è, nel mondo attuale, profezia e impegno, muta contestazione di un meccanismo disumano che tende ad affermarsi nel mondo.
(Fonte: Sussidio Cei – Avvento Natale 2016)