Prepararsi alla Liturgia – Le Ceneri

Riconciliare

Ascoltando la voce di Paolo, scopriamo infine che la conversione a cui il tempo di Quaresima vuole orientare il cammino dei credenti si sviluppa a partire da una disponibilità a lasciarsi «riconciliare con Dio» (2Cor 5,20) per ricominciare a tessere, con lui e in lui, il filo prezioso della nostra umanità. Le motivazioni per intraprendere questo santo viaggio sono tutt’altro che scontate o insufficienti. Le proclama l’apostolo Paolo, mostrando quanto amore precede e accompagna i passi di ogni autentico ritorno all’amore di Dio: «Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio» (2Cor 5,21).
Il peccato di cui parla l’apostolo viene presentato nella riflessione non solo come una realtà che Dio è disposto ad accettare o a scusare, ma addirittura come qualcosa con cui è disposto a immedesimarsi fino in fondo. L’espressione «in nome di Cristo», in stato enfatico iniziale, può indicare «favore» o «sostituzione». Nel primo caso gli apostoli dovrebbero operare a vantaggio di Cristo in quanto suoi ambasciatori; nel secondo caso, invece, svolgono addirittura una funzione vicaria, svolgendo «al suo posto» il ministero di riconciliazione. Le due prospettive sono entrambe possibili, dal momento che è tipico di un ambasciatore sia fare le veci che operare con l’autorità del mandante.
Questa consapevolezza, di essere la voce che «aiuta» e «incarna» il volto paterno di Dio, disposto ad accogliere il ritorno di tutti i suoi figli, accompagna la Chiesa nel tempo della Quaresima, ponendo in fondo al suo cuore materno quell’urgenza di riconciliazione che palpita nel cuore dello stesso Dio: «Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2Cor 6,2).

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