LE NOTIZIE SONO APPELLI ALLA CONVERSIONE
Fabio Rosini (fonte: www.famigliacristiana.it)
(Autorizzati alla pubblicazione dalla Direzione di Famiglia Cristiana)
Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Luca 13,1-9
La liturgia di questa domenica associa il racconto del roveto ardente con il Vangelo in cui viene rivolta a Gesù una domanda su di un sanguinoso fatto di cronaca. Dov’è il nesso? Mosè vede un roveto bruciare senza consumarsi e pensa: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore gli rivolge – alla lettera – un grido: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». Mosè voleva osservare uno spettacolo, ma non funziona così: Dio non è uno show e non lo sarà nemmeno quel che gli deve rivelare. Il Signore gli parla del dolore dei suoi fratelli: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto». Dio non sbircia fatti di cronaca, non è curioso di gossip e news, ma accoglie il grido e si mette in movimento.
A fronte del guardonismo imperante, nel supermarket delle notizie con le quali ci si titilla la curiosità, noi cristiani ascoltiamo la risposta che Gesù dà a chi vuole coinvolgerlo nel talk-show da strada: «Si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici». Che ne pensi? La cronaca nera è intrigante questa settimana… e Gesù: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». In un sol colpo Gesù contesta due atteggiamenti: la ricerca della colpa – forse se la sono meritata? Se la sono “tirata”? – e soprattutto la postura da spettatori estranei.
Il nostro problema non è apprendere notizie, ma lasciarci toccare. Gesù dice: voi mi raccontate una cosa, ma chi siete di fronte a questo? Pensate: potreste essere proprio voi quei poveretti… E cita un altro fatto tragico: diciotto persone morte sotto il crollo di una torre… perché a loro e non a me o a te?
La supercialità è incompatibile con lo Spirito Santo: il dolore altrui è una domanda sulla nostra esistenza, ogni notizia cerca una risposta.
IL FICO INFECONDO
Di conseguenza Gesù dice la parabola del fico infecondo: un padrone viene a cercare frutti nel suo fico e non ne trova, e decide che questo albero occupa uno spazio indebito, e anche se il vignaiolo ottiene un altro anno di pazienza comunque ci sarà un termine.
Il Signore cerca frutti fra le nostre foglie, viene a vedere se smettiamo di reagire da spettatori inerti al mondo che ci circonda o se finalmente abbiamo un sussulto di conversione, se lasciamo che la nostra vita sia scossa e messa in movimento verso il bene, verso l’amore.
Le notizie sono chiamate, appelli alla conversione, alla verità, alla fraternità, al servizio, non merce da svago. Il tempo a disposizione non è infinito. Verrà il giorno in cui si tira una riga e si vede come abbiamo vissuto. Siamo nel tempo della pazienza, ma non abbiamo tempo da sprecare.
21 marzo 2019
(Autorizzati alla pubblicazione dalla Direzione di Famiglia Cristiana)