Il locandiere stupito
Perché Gesù insegnava con un’autorità che «stupiva» e conquistava, e invece gli scribi e i dottori della legge potevano solo imporre leggi ma «non entravano nel cuore del popolo»? La meditazione di Papa Francesco durante la messa celebrata a Santa Marta martedì 10 gennaio è stata tutta improntata a rilevare le differenze tra l’«autorità reale» dell’uno e l’«autorità formale» degli altri. Un confronto eloquente, che porta a riflettere sul rischio che quanti sono chiamati a «insegnare la verità» possano cadere nella tentazione del «clericalismo» invece di seguire la strada della «vicinanza alla gente».
Il Pontefice ha preso spunto da una parola tratta dal vangelo del giorno (Marco, 1, 21-28) nel quale «si dice che la gente era stupita». Perché, si è chiesto, questo «stupore»? «Per il modo in cui Gesù insegnava» ha risposto, aggiungendo che egli «insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi, cioè i dottori della legge». Tutta quella gente, infatti, insegnava, «ma non entrava nel cuore del popolo» e perciò non aveva «autorità».
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