Cosa significa parlare di obbedienza nel quotidiano?
[…] Più che una battaglia identitaria e culturale, mi interessa portare una parola sull’obbedienza nel quotidiano, sul fatto che obbedienza significa obbedienza alla propria vocazione, alla malattia di un figlio, a una separazione subita… La battaglia cultura è, purtroppo, persa. Mi interessa aiutare le persone che faticano a obbedire alla propria realtà. E tutti alla fine si confrontano con la croce, con la fatica e con la sofferenza. Sui piano culturale si può litigare per ore, ma vicino a uno che sta in croce è più facile dire “guarda questa croce ti salva, Dio è vicino”. Il marito che deve assistere la moglie, la moglie lasciata ma fedele al matrimonio… sono tante le piccole obbedienze del quotidiano: la spesa, il traffico e tutte quelle rotture di scatole che vorremmo evitare ma che ci salvano e fanno il nostro bene. Tendiamo a pensare che se tutto ci andasse bene (soldi, lavoro, salute, amore…) saremmo felici, invece c’è un’inquietudine in noi che non funziona, c’è un vuoto, un’assenza, il bisogno di Dio. E Dio, per un mistero che non so spiegare, lo incontriamo proprio nella fatica e nella croce: è una via per arrivare a lui. Se impariamo a considerare le fatiche e le piccole avversità come un’occasione di incontro con lui, allora davvero la giornata cambia. Ogni contrattempo è un’occasione di incontro. Questo è un messaggio per tutti, anche per chi crede di non credere, perché tutti alla fine abbiamo nostalgia di Dio.
Fonte..: Costanza Miriano: l’obbedienza rende liberi. lavocedelpopolo.it