In piedi sul sagrato della chiesa, a scrutare le montagne all’orizzonte. Insieme a lui i giovani e i bambini, sempre presenti al suo cuore di pastore attento al presente e proiettato al futuro. A loro si rivolgeva con attenzione paterna, delicata ironia e sapienza di fede. Lo ricordiamo nei campi estivi sotto i pini, a svegliare tutti con le campane e una ricca colazione. Col fazzolettone nelle tende scout. Nei ritiri domenicali a San Vincenzo. Con le famiglie che riuniva per raccontare che il Signore si incontra anche con una tavola apparecchiata con amore. Ma lo ricordiamo ancora quando, fratello più avanti nella fede, curava con amore i dubbi e le ferite di chi si rivolgeva a lui nella confessione, nella guida spirituale, anche solo per un consiglio. Sapeva essere padre, severo se necessario, amorevole sempre. Nelle sue parole, nelle omelie, nelle catechesi, nei colloqui spirituali, anche nelle chiacchierate amichevoli, sempre indicava Dio, inizio e fine del cammino bello e faticoso che è la vita. E ora che il suo cammino terreno si è concluso, ci piace pensarlo in colloquio con Dio Padre, a raccontargli dell’orto e dei cullurielli, della sua famiglia e della comunità Ardorina, della comunità che è a San Giuseppe, degli amici, dei parrocchiani, di tutti quelli che ha incontrato. Ricordiamolo così e in molti altri modi ancora, benedicendo il Signore, grati per averlo ricevuto da Lui come dono.