La gioia di una “brutta” notizia
«È morta Suor Lucina?». Sabato scorso mi trovavo all’abbazia di Viboldone, un bel luogo dove stare ogni tanto, dove fermarsi. Ed ecco che arriva la notizia della morte, per covid, di suor Lucina Canu, della famiglia delle paoline. Era anziana suor Lucina e molto amata, da molti. A dispetto del suo nome la luce che da lei emanava era grande. Un volto luminoso quello di suor Lucina, al punto che era sembrato naturale a questo giornale raccontare questa “faccia bella della Chiesa” in uno dei primi numeri della serie di ritratti (così intitolata, ideata e realizzata dal nostro Roberto Cetera) uscito il 13 settembre 2019.
In quel momento in cui la notizia è giunta all’improvviso (così del resto arrivano spesso le notizie) un dettaglio mi ha colpito, infinitesimale ma illuminante, che ha confermato la grandezza di questa piccola e anziana suora paolina, ed è stato che quella domanda lì («è morta suor Lucina?») mi è stata rivolta da Antonietta, una monaca benedettina dell’abbazia, amica personale di suor Lucina, con un volto e un’espressione che penso non dimenticherò mai: un volto gioioso, quasi raggiante.
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