Prepararsi alla Liturgia – II Domenica di Quaresima (Anno C) – 17 Marzo 2019

COME CONTEMPLARE LA BELLEZZA DI DIO

Fabio Rosini (fonte: www.famigliacristiana.it)

 (Autorizzati alla pubblicazione dalla Direzione di Famiglia Cristiana)

Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria.

Luca 9,28-36

La seconda domenica di Quaresima è tradizionalmente dedicata al Vangelo della Trasfigurazione. La nota imprescindibile di questa rivelazione di Gesù è nelle parole di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui».

Vedere il volto di Dio è bello, non c’è parola migliore. L’uomo sa pensare molto male di Dio, ma quando lo conosce veramente, scopre che è meraviglioso stare con lui. Tutta la Quaresima – tempo benedetto per reindirizzare l’esistenza – è ben orientata da questa luce. Ma questa bellezza si trova in cima a un monte, e non si manifesta subito: prima di recepirla si passa per altro.

Fra i vari elementi di questa rivelazione del volto autentico di Gesù, Luca, più di altri, sottolinea il tema del sonno dei discepoli. Vedere il segreto di Gesù implica una lotta contro l’incoscienza, contro la distrazione, contro la rimozione.

La nostra è un’epoca di narcosi e di svaghi, del fiorente mercato dell’evasione, del non pensare, del tirarsi fuori. In una recente udienza papa Francesco diceva che l’uomo sta scivolando verso «un’esistenza anestetizzata dal divertimento che non è riposo, ma alienazione e fuga dalla realtà». Pensare è faticoso, meglio evitare.

Infatti questo sonno compare quando inizia un discorso grave: «Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme». L’argomento è di quelli tosti: si parla di quel che succederà a Pasqua, ossia della Passione di Gesù, che Lui ha appena annunciato, proprio prima di salire al monte, e che subito dopo ridisceso ricorderà per la seconda volta.

La Quaresima è un tempo austero e serio, proprio come quel discorso fra Gesù, Mosè ed Elìa. Questi discorsi mettono voglia di non ascoltare, di mettersi a chattare sul cellulare, di sbadigliare, di distrarsi. «Essere o non essere?…. Dormire, forse sognare», diceva Amleto.

ALLA RADICE DELLE COSE. La Quaresima è un tempo per andare alla radice delle cose, e uno parte di malavoglia, senza alcuna fantasia di mettersi a digiunare, a intensificare la preghiera, a inoltrarsi più a fondo nel combattimento con l’avarizia in vista dell’amore. La parte più superficiale di noi vuole intontirci. Mille argomenti sorgono per rimandare, ad esempio, un digiuno o – forse peggio – trasformarlo in dieta in vista della prova costume. E farne un narcisismo peggiore.

Ecco il nostro ostacolo verso la bellezza: la super cialità, il tirare a campare, l’accontentarsi di un assetto approssimativo. C’è invece una nube da passare, un sonno a cui resistere, un buio per cui tutti gli uomini e le donne che hanno trovato il cuore dell’esistenza son dovuti passare. Il bello e il difficile non sono incompatibili, tutt’altro.

Ma come possiamo pretendere di essere quella Chiesa che manifesta il segreto di Dio al mondo se continuiamo a pattinare sull’epidermide della vita? C’è da combattere contro la gola, l’orgoglio e l’avarizia, perché in queste cose risiede la nostra bruttezza. La bellezza di Dio, e la nostra, sono oltre la collina del digiuno, della preghiera e dell’elemosina.

14 marzo 2019

  (Autorizzati alla pubblicazione dalla Direzione di Famiglia Cristiana)

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