ECCO IL LASCIAPASSARE PER IL REGNO DI DIO
Fabio Rosini (fonte: www.famigliacristiana.it)
(Autorizzati alla pubblicazione dalla Direzione di Famiglia Cristiana)
Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? […]». E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».
Matteo 25,31-46
Ci sarà tanta gente che incontrerà Cristo solo alla fine dei tempi, quando Lui sarà il parametro autentico di ogni persona perché si presenterà per quel che è: il Re. Ad alcuni parlerà con dolcezza, raccontando cose che loro non ricorderanno, gli dirà di averli già incontrati e di esser stato trattato bene da loro. E questi diranno: ma no, non può essere, non ti abbiamo mai visto. Lui risponderà: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».
Tante volte ci siamo chiesti come si salvano le persone che non conoscono il Signore, ma da sempre, luminosa, la risposta è in questo testo: la semplice umanità ci dice che gli affamati e gli assetati vanno soccorsi, e così tutti i diseredati della Terra.
Non serve essere cristiani per fare queste cose, basta essere uomini. E se è vero che amare Dio e amare il prossimo sono lo stesso comando, eccone un riflesso. Quindi i miserabili della Terra sono il lasciapassare per il cielo, e disprezzarli è disprezzare il Paradiso, ma questo gli uomini non lo sanno. Eppure resta una cosa da chiarire: e i cristiani? Dove sono in questo testo?
Fatti figli di Dio per il Battesimo, sono i fratelli più piccoli di Gesù, primogenito di coloro che vincono la morte.
Viene un sospetto: che i “fratelli più piccoli”, affamati, assetati, nudi, carcerati, siano proprio i discepoli di Cristo. È inquietante… eppure…
C’è da sapere che il Vangelo di Matteo è costruito su cinque grandi discorsi di Gesù, e il versetto successivo al testo di questa domenica, infatti, apre nientemeno che il racconto della Passione, e nel nostro brano ascoltiamo le ultime parole dell’ultimo discorso. Quali erano le prime parole del primo? Le conosciamo bene, le abbiamo ascoltate da poco nella festa di Tutti i santi: sono le parole delle Beatitudini. Lì si proclamano beati i poveri, gli affamati e assetati, i piangenti, i perseguitati. Sono le stesse persone. Nel primo discorso di Gesù questo tipo di gente possiede il Regno dei Cieli, e nell’ultimo ne è il lasciapassare.
I FRATELLI PIÙ PICCOLI DI GESÙ.
Ma perché sono proprio questi i fratelli più piccoli di Gesù? Perché i fratelli si somigliano, e Gesù, nella passione – che inizia un versetto dopo – sarà maltrattato, spogliato, assetato, malato, carcerato… e aprirà il Regno dei Cieli.
Riassumiamo: l’umanità basta per entrare nelle opere di misericordia corporale, e saranno queste opere che decideranno del valore della vita degli uomini, perché curando e custodendo i poveri della Terra si entra in contatto con il Signore. Però se compio queste opere non dimostro di essere cristiano, ma umano.
Essere cristiani lo si è per la croce. Proprio le cose che fanno orrore, l’indigenza, la malattia, la persecuzione, sono il luogo dove si manifesta la vita che Cristo ci ha donato. Una vita che è più forte del nulla. La nostra umanità è una chiamata alla solidarietà. La nostra croce è il luogo dell’unione con Cristo. Lì, nell’abbandono, si diviene un pezzo di cielo. Ovvero cristiani.
19 novembre 2020