Come il fuoco consuma il legno riducendolo in cenere, così l’amore di Dio può bruciare i nostri peccati, se lo accogliamo. L’imposizione delle ceneri è il gesto liturgico con cui si apre il tempo della Quaresima nel Mercoledì delle Ceneri (o la prima Domenica di Quaresima per il rito Ambrosiano). Nell’Antico Testamento, il simbolo delle ceneri è associato alla fragilità della condizione umana, soggetta al peccato e alla morte; richiama il carattere limitato e passeggero della nostra esistenza terrena: Ricordati che come argilla mi hai plasmato e in polvere mi farai ritornare (Gb 10,9; cfr. anche Gdt 4,11; Sap 2,3; Sir 2,3; Ez 27,30). È il segno di un cammino di conversione: I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere (Gn 3,5-6). Anticamente l’imposizione delle ceneri, costituiva il rito di celebrazione pubblica con cui iniziava il cammino penitenziale dei fedeli che avrebbero ricevuto l’assoluzione il Giovedì Santo. Successivamente, è stata estesa a tutti i fedeli. Secondo la consuetudine, la cenere viene ricavata bruciando i rami d’ulivo benedetti la Domenica delle Palme dell’anno precedente. Le formule che accompagnano il gesto sono quella tradizionale (“Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai”) e quella introdotta dalla riforma liturgica: “Convertiti e credi al Vangelo” (cfr. Mc 1,15), la quale ricorda l’inizio della predicazione di Gesù. Fonte: www.chicercate.net