La statua lignea di San Giuseppe è opera del Maestro Pasquale Rago, artista della pietra e del legno che aveva una una bottega nel centro storico, in piazza Parrasio; deceduto una ventina di anni fa.
Pasquale Rago aveva ricevuto nel 1978 una commessa, da parte della parrocchia di Serra Spiga, di realizzare una grande statua in legno di ulivo di San Giuseppe, da esporre alla venerazione dei fedeli. Pasquale si era ritratto lui stesso nelle vesti del falegname – in fondo era uno che con il legno ci sapeva fare – e come Gesù che aiutava – prese a modello il suo bambino Vincenzo – all’epoca più che un ragazzino.
Dopo la solenne intronizzazione della statua (ci sono delle foto che ritraggono il trasporto dal centro storico a San Vito passando per corso Mazzini su un camion debitamente addobbato), più di un fedele, fece notare al parroco che il Bambino Gesù «dal collo freddo e lungo», somigliava “troppo” a Vincenzo il figlio handicappato dell’artista.
L’opera di Rago venne accantonata in un magazzino… in attesa di tempi migliori; che arrivarono dopo l’improvvisa morte di “mastro Pasquale”. Quando qualcuno si prese la briga di spiegare il grande “realismo” che quella scultura in legno di ulivo rappresentava, nessuno più si oppose a che la statua venisse ricollocata nella sua nicchia.
Il figlio di Pasquale Rago, Vincenzo, ora è un uomo che tutti i cosentini conoscono…, è sempre su corso Mazzini e chiede piccole offerte, dopo che qualcuno lo ha allontanato dall’ospedale dell’Annunziata dove distribuiva santini ai degenti.
Vincenzo è un “ultimo” che merita, come tutti quelli che restano indietro, grande attenzione e solidarietà…, ecco perché il “realismo” della nostra statua deve aiutarci a fare sempre la scelta preferenziale per chi ha bisogno di una mano di aiuto e di vicinanza.
“Qualunque cosa avrete fatto ad uno di questi miei fratelli l’avrete fatta a me” ci dice Gesù.