Conosciamo la nostra parrocchia (16-11)

428933339_62792

La raffigurazione del momento più drammatico dell’esistenza del Cristo e’ la crocifissione. Dopo la salita al Calvario Gesù muore sulla croce, simbolo per eccellenza di una condizione di condanna non certo per persone ritenute “giuste”; sulla croce venivano appesi i malfattori, quelli che erano ritenuti personaggi da eliminare per il quieto vivere della società.

Al posto di Barabba la folla – opportunamente istigata – chiede che sia Gesù il condannato. Sotto la croce nell’iconografia c’è sempre Maria sua madre (a simboleggiare la Chiesa) e il giovane Giovanni (a simboleggiare l’umanità intera) a contemplare come un giusto venga ucciso per la salvezza di tutti.

Molti artisti – ed è il caso anche della nostra prof. Vasta, che ha realizzato le vetrate – allargano la scena presentando anche i compagni di sventura del crocifisso, i due ladroni che vengono anch’essi condannati a morire. Uno di questi due personaggi – Disma – è quello che viene chiamato il “buon ladrone” che riconoscendo nel Crocifisso Gesù, il Messia, riesce con un atto di fede, a fare l’ultimo colpo della sua carriera di ladro: Rubare il paradiso.

Nella Crocifissione di Cristo c’è tutto il senso di una vita donata! Si può, in qualunque momento, anche in punto di morte, riconoscere la via da seguire. Disma a nome di tutti noi ha scelto quella giusta.

Come già detto per altre vetrate la nostra artista volutamente non ha delineato il volto dei personaggi raffigurati: In quei volti c’è il nostro volto! Disma, il buon ladrone, è quello con la testa alta perché ha riconosciuto nel Cristo il Figlio di Dio (l’altro ha la testa reclinata).

lineaDiv1

Lascia un commento