Prepararsi alla Liturgia – VI domenica del tempo ordinario (Anno A) – 16 febbraio 2020

GRAZIE A LUI POSSIAMO AMARE VERAMENTE

Fabio Rosini (fonte: www.famigliacristiana.it)

 (Autorizzati alla pubblicazione dalla Direzione di Famiglia Cristiana)

Avete inteso che fu detto agli antichi: «Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio». Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: «Stupido», dovrà essere sottoposto al sinedrio.

Matteo 5,17-37

«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli». Scribi e farisei erano persone ligie all’osservanza della Legge di Mosè. In questo testo non c’è propriamente una critica verso questi pii ebrei, di fronte ai quali c’era da togliersi tanto di cappello per la coerenza e la tenacia nell’obbedienza. Ma la giustizia di coloro che stanno ascoltando Cristo ha bisogno di superare la loro. Eppure era difficile pensare di fare più di questi signori. Allora Gesù inizia a spiegare cosa è questo “di più”.

Non uccidere? Macché, non adirarsi, non offendere, non tenersi un contrasto ma cercare sempre la riconciliazione, e mettersi d’accordo con gli avversari. Non commettere adulterio? Troppo poco: non avere neanche uno sguardo disonesto. La legge ebraica permetteva il ripudio? Niente da fare: non si scioglie il matrimonio e non si torna indietro. Il tuo occhio o la tua mano ti portano a fare il male? Liberatene! E non dire niente che non sia esattamente quel che è, senza giri di parole o manipolazioni.

Chi pensa che il Vangelo sia morbido, legga il testo di questa domenica. Ma non è tutto un po’ esagerato? Non sarà che bisogna leggere contestualizzando, sapendo tradurre – sai com’è – queste parole vanno relativizzate, stiamo attenti ai fondamentalismi, non attacchiamoci alle paroline.

Sarà, e certamente in parte è vero. Ma ognuno di noi spera di trovare qualcuno che ami così. Speri di avere accanto un uomo che ti sia veramente fedele e che non ti molli mai, speri di avere un amico che ti viene a cercare se ha l’impressione che c’è qualcosa di triste tra voi. Speri di avere un fratello che si taglierebbe una mano piuttosto che farti del male, o di trovare qualcuno che preferirebbe morire piuttosto che ingannarti o manipolarti. Ma forse non lo trovi, perché è molto più facile imbattersi in persone che davanti a questo Vangelo dicono: «Beh, non esageriamo!». E non esagerano, come se si potesse amare qualcuno senza esagerare.

ANDARE OLTRE LE REGOLE. Se un figlio non ha mai visto il padre andare oltre il dovuto per lui, ha uno spiffero un po’ freddo nel cuore. Chi può amare veramente senza andare oltre le regole? Chi può perdonare se si attiene alla legge?

Ma se vediamo una madre, un prete, un giovane, una missionaria o qualcun altro andare oltre il dovuto per amore e per prendersi cura di qualcuno, qualcosa si illumina in noi.

Certo. Abbiamo bisogno di non fare sconti a questo testo, e a tutto il Vangelo. Abbiamo bisogno che queste parole siano carne, che qualcuno ami così. Anzi, che questo qualcuno siamo proprio noi. Difficile? No. Impossibile, da soli.

Infatti il Vangelo inizia dicendo: «Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento». È venuto lui per darci quel “di più”, per questo è il Signore, e solo lui introduce alla vita del regno dei cieli. Non si tratta di essere abbastanza forti per amare così, ma di essere abbastanza semplici da farci condurre. È venuto per questo, per “dare compimento” e permetterci di amare veramente.

13 febbraio 2020

(Autorizzati alla pubblicazione dalla Direzione di Famiglia Cristiana)

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