Statuto Caritas Parrocchiale

 
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STATUTO DELLA CARITAS PARROCCHIALE

 

La Caritas Parrocchiale si propone agire nello spirito di farsi prossimo a chi ha bisogno, secondo l’insegnamento della parabola evangelica del Buon Samaritano che vede, sente compassione, interviene e condivide quello che ha, coinvolge, anima e suscita chi può dare risposta ai bisogni (l’albergatore della parabola).
 
Articolo 1: Natura
 
La Caritas Parrocchiale della Parrocchia di San Giuseppe Sposo di Maria in Cosenza è un organismo pastorale col compito di animare, coordinare e promuovere la testimonianza della carità nella comunità parrocchiale. E’ l’espressione ufficiale della pastorale della carità della Parrocchia. Agisce in collaborazione con altri organismi per testimoniare la carità, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica.
La sua struttura, dovendo riflettere l’impegno pastorale della Chiesa, risulta costituita da un gruppo di laici sensibili ai problemi della carità, aperti ed impegnati personalmente in servizi di carità. Essi, insieme al Parroco, costituiscono il gruppo Animatori della Caritas Parrocchiale.
 
Articolo 2: Compiti
 
Le finalità della Caritas Parrocchiale sono:
a) sensibilizzare la comunità parrocchiale alla testimonianza della carità e all’impegno per la giustizia e la pace, in fedeltà al precetto evangelico della carità e in risposta ai problemi del territorio e del mondo;
b) conoscere le forme di povertà e di bisogno presenti sul territorio e le cause e le circostanze che le originano, e favorire la presa di coscienza della comunità parrocchiale;
c) svolgere opera di informazione e sensibilizzazione intorno ai problemi e le povertà su scala mondiale;
d) studiare e proporre forme di coinvolgimento e risposta di fronte ai bisogni e alle povertà del territorio e svolgere un contemporaneo compito di informazione e chiamata in causa delle istituzioni e della società civile;
e) animare e organizzare in parrocchia le collette indette a livello diocesano, o nazionale;
f) promuovere e favorire l’impegno di volontariato e assicurare ai volontari adeguata formazione spirituale e operativa;
g) favorire la diffusione di stili di vita improntati all’accoglienza, all’ospitalità, al dono di sé;
h) collegare e coordinare gruppi, associazioni e iniziative ecclesiali nel campo della carità perché siano percepite come espressione dell’unica Chiesa;
i) collaborare, nel rispetto della propria e altrui identità, con altre iniziative e proposte di promozione umana;
j) gestire un fondo per la carità, appostato nel passivo dello stato patrimoniale del bilancio parrocchiale, destinato ai bisogni urgenti del territorio, alimentato mediante forme di coinvolgimento comunitario, dalle offerte raccolte nei cestini dei funerali, dalle libere donazioni per i poveri, dalle offerte delle Sante Messe con più intenzioni di suffragio, da specifiche raccolte di fondi, da contributi di enti ecclesiastici.
k) nel rispetto delle norme e delle competenze fissate nel presente Statuto:
– studia, progetta e verifica il programma annuale dell’attività della Caritas Parrocchiale;
– esamina e discute il bilancio preventivo e consuntivo;
l) programma ad inizio anno tutte le attività da svolgere durante l’anno.
 
Articolo 3: Collaborazioni pastorali
 
La Parrocchia, analogamente alle esigenze della catechesi e delle altre attività pastorali, mette a disposizione della Caritas Parrocchiale gli ambienti e gli strumenti necessari. La Caritas agisce all’interno del Consiglio pastorale e programma il suo lavoro pastorale in collaborazione con i catechisti, gli animatori della liturgia, i giovani e altri incaricati dei vari ambiti della vita parrocchiale.
 
Articolo 4: Struttura
 
La Caritas Parrocchiale, di cui il Parroco pro-tempore è il naturale presidente, si configura come un gruppo di animatori, in numero corrispondente alla condizione umana e territoriale della comunità parrocchiale. Tutti i componenti partecipano attivamente alla vita del gruppo offrendo collaborazioni, proposte, consigli, suggerimenti e animando particolari ambiti che si potranno attivare in rapporto alle iniziative concrete. All’interno del gruppo sono conferiti dal Parroco gli incarichi di responsabile, di segretario e di economo, secondo quanto stabilito negli artt. 5 e 6, udito il Consiglio Pastorale Parrocchiale. I titolari di questi tre servizi non dovranno avere tra loro alcun rapporto stretto di parentela.
 
Articolo 5: Organizzazione
 
Il responsabile ha il compito di:
a) coordinare il gruppo animatori Caritas, a livello generale (sia della spiritualità sia della formazione e dell’azione), promovendo e coordinando le riunioni periodiche;
b) rimanere in costante comunicazione con il Parroco;
c) collegarsi mensilmente con la Caritas Diocesana per informare sull’andamento del gruppo e ricevere informazioni e indicazioni utili per la Caritas Parrocchiale;
d) avere contatti con le Istituzioni civili del territorio parrocchiale per rispondere alle esigenze emergenti.
Il segretario ha il compito di:
a) redigere il verbale di ogni riunione con lo scopo di avere una storia del gruppo, ma anche per verificare la realizzazione o meno degli obiettivi prefissati nella riunione precedente;
b) redigere almeno un verbale con gli incontri di programmazione, progettazione e verifica delle attività svolte durante l’anno pastorale;
c) preoccuparsi della puntualità del gruppo nella riunione;
d) visitare i membri assenti e tenerli aggiornati;
e) presentare una relazione ogni quattro mesi alla Caritas Diocesana sull’andamento del suo gruppo.
L’economo, scelto dal Parroco tra i membri del Consiglio degli Affari Economici Parrocchiale, ha il compito di:
a) tenere un registro di tutti i beni materiali della Caritas Parrocchiale, di annotare le spese e gli aiuti elargiti;
b) lavorare in stretta collaborazione col Parroco e col gruppo Animatori Caritas;
c) redigere la rendicontazione periodica che deve essere sottoposta all’approvazione del gruppo degli animatori Caritas e successivamente del CAEP;
d) qualora i fondi a disposizione della Caritas Parrocchiale fossero insufficienti per rispondere alle necessità, chiede l’intervento del CAEP, previa approvazione del Parroco.
e) riporta, non esistendo una “contabilità Caritas” distinta da quella della Parrocchia, ogni movimento finanziario, relativo al fondo per la carità, nella contabilità parrocchiale nell’apposita voce del bilancio.
L’incarico di Economo decade per dimissioni o in seguito a scioglimento del CAEP del quale fa parte.
 
Articolo 6: Durata delle cariche
 
Il responsabile degli Animatori Caritas, il segretario e l’economo sono nominati dal Parroco per un quinquennio e non possono essere rinnovati nella stessa carica oltre la seconda conferma.
 
 
Articolo 7: Incontri
 
La Caritas Parrocchiale si riunisce con frequenza almeno mensile. La riunione periodica è essenziale e importante. Essa riguarderà quattro punti fondamentali:
• spiritualità
• formazione
• pianificazione del lavoro,
• informazione.
 
Articolo 8: Rapporti con la Caritas Diocesana
 
La Caritas Parrocchiale mantiene costanti rapporti di collaborazione e consultazione con la Caritas diocesana. Ciò è richiesto particolarmente quando si tratta di attivare un servizio caritativo, onde verificare l’azione concreta sul territorio e collaborare insieme alla ricerca di istituzioni civili o altri enti territoriali che possano rendere più concreta l’idea del servizio e soprattutto per contare sull’appoggio delle istituzioni per assicurare una certa continuità al servizio.
I componenti della Caritas Parrocchiale partecipano agli incontri di formazione e programmazione dalla Caritas diocesana.
 

STATUTO DELLA CARITAS PARROCCHIALE

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